Avete mai notato che nei racconti di viaggi e vacanze non compare quasi mai nessun riferimento agli aeroporti?
In effetti non è che sia un argomento così fondamentale, direte voi, ma oggi io invece ne voglio parlare.
Ci pensavo proprio stamattina mentre il treno mi stava portando verso Gatwick.
Non so voi, ma l’arrivo in aeroporto, che sia per una partenza o per un rientro, mi muove sempre forti sensazioni.
Ho vissuto per anni con la fobia di volare e tuttora non me ne sono totalmente liberata, eppure ora salgo su aerei molto più spesso di quanto mai potessi immaginare.
Negli ultimi otto mesi ho preso quattordici voli. Quattoridici prenotazioni, quattordici check-in, quattordici crisi di panico al momento del decollo e quattordici attese nelle quali fantastico su tutti gli spostamenti delle persone in attesa con me.
Immagino la meta delle vacanze delle coppiette che incontro, oppure i viaggi di lavoro degli uomini incravattati, oppure ancora ritorni a casa, partenze improvvise e cose simili.
Posso certamente dire che ognuno di questi miei quattordici voli racchiude sensazioni diverse, le più disparate.
La gioia, l’eccitazione, la paura e l’ansia.
La tristezza, la desolazione, la speranza e la spensieratezza.
La solitudine, la sconfitta, la voglia di farcela e di ricominciare.
Il vuoto e la felicità estrema.
La sensazione di non avere più appartenenza e la voglia di fermarsi.
Non so se ci avete mai pensato, ma da un aeroporto non partono solo aerei. A volte partono nuove vite, nuove decisioni, nuovi cambiamenti.
Negli ultimi mesi, in aeroporto ho vissuto le mie emozioni più grandi.
Le più brutte.
Le più belle.
Io adoro gli aeroporti. Soprattutto quello di Liverpool.
A dire la verità amo tutti quei “meta-luoghi” di viaggio come aeroporti, terminal, stazioni.
Ci sono così tante emozioni condensate lì.
Mancherò di originalità ma anche io ho un debole per gli aeroporti -e il decollo degli aerei. Vorrei avere più occasioni per prendere l’aereo e presentarmi con ore di anticipo per godermi l’atmosfera tutta particolare degli aeroporti.
Complimenti per come scrivi. Sei davvero brava. Ho scoperto oggi il tuo Blog, è davvero emozionante leggerti.
Mi ritrovo molto nei tuoi post, sono Piemontese come te, Amo Londra. L’ho vissuta in una vacanza-studio, da 15enne, per 15 giorni. Dopo quei giorni, ho capito che dovevo tornarci per vivere, e ci tornerò.
Grazie mille Cristina..
Se ne avrai mai la possibilità, vivere a Londra sarà davvero una bella avventura!
Io adoro gli aereoporti…
Ho scritto qualche tempo fa un post sul tema.
Li considero posti un po’ speciali proprio perchè sono non-luoghi, da cui però si deve transitare se si vuole andare in (quasi) qualsiasi luogo. E proprio per questo sono asettici solo in apparenza, ma in realtà sono contenitori di storie e di tantissime emozioni.
Mi piace sedermi all’aereoporto a scrivere e ad osservare le persone… il tempo trascorso lì per me è già parte integrante del.viaggio ed è ispirazione…
Concordo..
Mi piace l’idea che sia un contenitore di emozioni!