Dopo tanta attesa, finalmente sono riuscita a scoprire un altro angolo di Regno Unito in cui ancora non ero stata: la Cornovaglia.
Tanto sognata quanto immaginata, ho desiderato andare in questa terra sin da quando ero più piccola – quando vedevo mia mamma durante i pomeriggi estivi davanti alla tv guardando i films tratti dai romanzi di Rosamunde Pilcher, scrittrice inglese la quale ambientava i suoi racconti proprio nelle isole britanniche ed in particolare in Cornwall – come la chiamano gli inglesi.
Anche questa volta optiamo per un on the road – ormai ci abbiamo preso gusto – e da Londra partiamo in direzione Saint Ives, una delle cittadine più grandi della zona e sicuramente la più frequentata.
Dopo cinque lunghe ore in auto, finalmente arriviamo a destinazione dove pernotteremo per tutta la settimana di vacanza. Infatti, a differenza delle altre volte in cui ci spostavamo pressoché ogni notte prenotando sempre un diverso B&B, per questa vacanza ci siamo affidati ad Airbnb, affittando un appartamento che è risultato ovviamente più economico rispetto alla prenotazione di sette singole notti differenti e che ci ha inoltre permesso di risparmiare ulteriormente sui vari pasti, potendo così cucinare a casa e non dovendo sempre pagare conti più o meno salati per pranzi o cene.
L’appartamento è a dir poco una favola.
La proprietaria, Evelyn, ci dice che quando abitava a Londra quell’appartamento era la sua casa per le vacanze, poi si è innamorata della Cornovaglia e ci è venuta a vivere. Spostatasi in un’altra casa, ha deciso di mettere questo delizioso appartamento a disposizione di turisti e viaggiatori.
Ci sistemiamo prima di iniziare ad avventurarci nella zona e molto presto sentiamo questo appartamento già un po’ nostro.
Dalla finestra vedo il mare. Il mare ed un bellissimo faro bianco che ogni tanto si confonde con la foschia di quelle giornate poco limpide.
Guardo il mare e mi viene in mente il titolo di quell’album degli U2, “No line on the horizon”. Si, perché a volte non vedo nessuna distinzione all’orizzonte tra mare e cielo, l’uno è la continuazione dell’altro.
1° GIORNO
Dopo il lungo viaggio e la sistemazione in appartamento siamo un po’ stanchi ma – nonostante sia già tardo pomeriggio – decidiamo di farci una passeggiata. Dal nostro appartamento in circa 10/15 minuti a piedi si raggiunge Carbis Bay, e sembra quasi strano pensare di essere in UK; le spiagge di sabbia non sono così facili da trovare nel sud dell’isolotto britannico.
Purtroppo il tempo non è dei migliori per cui niente tramonto romantico sulla spiaggia come me lo immaginavo io. Riprendiamo l’auto e in dieci minuti siamo a Saint Ives. Ormai è buio e la città riesce letteralmente a lasciarmi a bocca aperta, e ancora non sapevo quanto mi sarebbe piaciuta alla luce del giorno e sotto un caldissimo sole.
2° GIORNO
Ci svegliamo e la prima cosa che faccio è affacciarmi alla finestra, il tempo è incerto e il faro che solitamente si vede dal balconcino è scomparso dietro alle nuvole. Temprati da due anni a Londra di certo non ci facciamo spaventare dal meteo e dopo esserci preparati un pranzo al sacco (come alle elementari quando si andava in gita!!) partiamo alla volta di St. Ives – questa volta per scoprirla meglio.
Ci andiamo a piedi. Dalla nostra posizione parte un sentiero che in circa mezz’ora porta proprio alla cittadina, ed il panorama lascia sorpresi ad ogni passo.
Parte del paese di sviluppa lungo l’omonima baia, e quando la marea scende il porticciolo si trasforma in un gruppo di barche in bilico sulla sabbia, che quasi chiedono di essere fotografate insieme ai loro riflessi che riempiono la sabbia piena di piccole pozze lasciate dal mare ormai ritiratosi.
La giornata prende tutta un’altra piega nel primo pomeriggio. Le nuvole se ne vanno e la giornata uggiosa che avevamo visto appena svegli al mattino lascia spazio ad un cielo azzurrissimo e ad un sole caldo, talmente caldo da scottarci lasciandoci i segni di una primissima abbronzatura, quella tanto sognata dopo due estati passate nella City.
Partiamo alla scoperta della costa seguendo così il coastal path che da St. Ives porta verso Ovest, ammirando spiagge affollatissime, bambini infagottati nelle loro mute gettarsi nel gelido oceano e un paesaggio tutto nuovo, diverso da qualunque altro abbia mai visto il tutti i miei viaggi nel Regno Unito.
Dopo una passeggiata di qualche miglio il sole inizia a scendere ed è ora di tornare verso casa, ma un po’ affaticati scegliamo di prendere il treno – 3 minuti di viaggio, una sterlina il costo del biglietto e un panorama da non perdere.
3° GIORNO
La meta di oggi è Saint Michael’s Mount, quindi iniziamo la giornata salendo in macchina dirigendoci verso sud attraversando parte della Cornovaglia ed arrivando così in circa mezz’ora a Marazion.
Il paesino è molto piccolo, pochi negozietti e qualche pub danno vita alle sue viette, ma ciò che rende Marazion una meta così frequentata è proprio il famoso promontorio che – esattamente come il forse più famoso Mont Saint Michel francese – attira giornalmente turisti, viaggiatori o semplici locali che vogliono godersi lo spettacolo della natura mischiarsi a quello del lavoro dell’uomo.
Quando arriviamo, la marea è ancora troppo alta quindi dobbiamo aspettare prima di raggiungere il castello che sorge proprio sul promontorio. Nell’attesa, tra una foto e l’altra vediamo l’arrivo dei vari bus di turisti e in pochi minuti la tranquillità del posto svanisce un po’ – ma ne eravamo preparati.
La marea è finalmente scesa e possiamo così dirigerci verso St. Michael’s Mount. Seguiamo il selciato bagnato e in pochi minuti siamo al castello. Decidiamo quindi di visitarlo con l’acquisto di un biglietto del costo di £8.
Contenta di averlo visitato resto comunque dell’idea che lo splendore di St. Michael’s Mount va assaporato guardandolo da fuori, dalla spiaggia di fronte o dalle stradine di Marazion.
E’ domenica ed è ora di pranzo. Decidiamo di andare al pub e al King’s Arms di Marazion troviamo un tavolo per mangiare prima di ripartire alla scoperta della Cornovaglia.
Con la pancia piena risaliamo in auto e andiamo verso Cape Cornwall, un promontorio che per molti anni è stato considerato il punto più a occidente dell’Inghilterra fino a che…. questo lo scoprirete dopo!
Da qui partiamo affidandoci come al solito al coastal path e ci spostiamo verso Nord.
Il paesaggio si mostra diverso da quello visto durante la passeggiata del giorno prima, niente spiagge di sabbia ma alte scogliere. Ciò che cattura l’occhio sono i resti di alcune costruzioni che si trovano proprio sulle scogliere a pochi metri dall’oceano: sono i resti delle miniere che un tempo venivano utilizzate per l’estrazione dello stagno.
Ai tempi lavorare in miniera era un vero e proprio business a conduzione famigliare, dove gli uomini lavoravano sotto terra e le donne con i bambini restavano in casa occupandosi di estrarre il metallo dagli enormi massi che venivano riportati in superficie colpendoli con delle pietre.
Le miniere attualmente sono in disuso, molte di esse sono crollate e ne rimangono solo alcuni resti. Di certo aggiungono qualcosa di suggestivo al paesaggio già molto affascinante.
4° GIORNO
Il quarto giorno lo dedichiamo per lo più ai tipici paesini del posto: porticcioli quasi rimasti sospesi nel tempo dove la pesca è ancora una delle maggiori attività.
Iniziamo da Penzance, una cittadina di circa ventimila abitanti che – devo essere sincera – non mi ha particolarmente colpita. Il porticciolo non è tra i migliori che io abbia visto in Cornovaglia e il centro del paese rimane un po’ anonimo nonostante le sue vie siano davvero molto frequentate.
Andiamo quindi a Newlyn e a Mousehole paesini che mi hanno decisamente colpito di più.
Newlyn è famoso nella zona proprio per il suo pesce. Al contrario di quello che si potrebbe pensare, non esistono dei veri e proprio mercati ittici perciò – se si vuole comprare del pesce fresco – questo paesino è un’ottima meta in quanto alcuni fishermen locali vendono in pochi negozietti il pesce pescato e freschissimo di giornata.
Mousehole invece ha un porticciolo così carino tanto da non riuscire a smettere di fotografare tutte le barchette lì in attesa della risalita della marea. Mi è piaciuto così tanto che abbiamo deciso di comprarci una cornish pasty – tipico fagottino di pasta sfoglia farcito con carne e verdure – e di mangiarlo su una panchina ammirando ancora un po’ il panorama. Ma attenti ai gabbiani, sono sempre in agguato a pronti a rubarvi ogni singola briciola del vostro pranzo!
Nel pomeriggio ci spostiamo verso Ovest e andiamo a Porthcurno. Qui ho trovato la spiaggia più bella, quasi un paradiso.
Lasciando la macchina al parcheggio si raggiunge la spiaggia in cinque minuti a piedi. Si inizia ad intravedere la sabbia dorata, e dopo una piccola collinetta ecco aprirsi la splendida spiaggia di Porthcurno. I miei occhi vedono solo tre colori: il giallo dorato della sabbia, l’azzurro intenso del cielo e il quasi verde dell’acqua di questo mare che in realtà sembra trasparente.
Se solo la temperatura dell’acqua fosse un po’ più calda si potrebbe pensare di essere in un qualunque paese mediterraneo o perché no su un’isola tropicale!
Da qui, come è nostro solito, decidiamo di fare una passeggiata sempre affidandoci alle mappe nelle quali è segnalato ogni coastal path della zona. Saliamo una gradinata un po’ ripida per arrivare ad una delle attrazioni più frequentate ed ovviamente anche più turistiche di Porthcurno: il Minack Theatre.
Questo teatro all’aperto è una vera opera d’arte, la prova che la volontà dell’uomo può vincere contro ogni tipo di impedimento.
Rowena Cade, colei che ha fortemente voluto la costruzione di questo teatro, insieme all’aiuto di uomini del posto ha costruito e ricostruito questo teatro distrutto dalla guerra, portandolo finalmente a fine negli anni ’80 e rendendolo probabilmente il più famoso teatro all’aperto di tutto il Regno Unito.
Completamente costruito in granito, trasportato manualmente fino alla cima della scogliera, il teatro può ospitare più di 700 persone le quali assistono annualmente – durante la stagione estiva – a numerose rappresentazione teatrali messe in scena da compagnie proveniente da tutta l’isola. Spesso godersi uno spettacolo al Minack Theatre vuol dire stare qualche ora seduti accompagnati da un forte vento proveniente dall’oceano, ma lo spettacolo vale di certo la pena.
Il teatro è ovviamente visitabile quando non ci sono rappresentazioni in scena. Noi ovviamente non abbiamo perso l’occasione e quindi, con un biglietto di £4.50 è possibile accedere ad una esibizione sulla fondatrice del teatro Rowena Cade, e successivamente visitare il teatro stesso. Preparatevi ad un sacco di gradini e a moltissimi turisti!
Da qui, andando sempre verso Ovest ci spostiamo a Land’s End. Se ne sente sempre molto parlare quando si programma un viaggio in Cornovaglia, e sapete perché?
Come vi dicevo poco fa, è possibile accedere al punto più ad Occidente dell’isola. Credenze errate hanno per anni considerato Cape Cornwall come la punta più ad Ovest del Regno Unito ma dopo accurate osservazioni, il primato è stato “rubato” da Land’s End.
Il luogo è molto turistico e a mio avviso non ha nulla di più di altre zone del territorio, forse meno conosciute e probabilmente ancora più belle. Come potete vedere le distanze rappresentano le miglia che separano Land’s End da New York e da John O’Groats, la punta più a Nord-Est della Scozia.
Qui, una la foto di rito non manca mai!
5°GIORNO
Il quinto giorno è finalmente il giorno del faro, quello che si vede dalla finestra del nostro appartamento. Come già avevo scritto in un vecchio post, nelle nostre vacanze non manchiamo mai di andare alla ricerca di questi splendidi lighthouse che costellano le coste inglesi, così pieni di fascino e quasi misteriosi.
Questo faro è il Godrevy Lighthouse e si trova sull’omonima isoletta. Mi aveva già ampiamente colpita in foto, dal vivo ovviamente non ha deluso.
La sua visione sembra quasi un quadro. Il bianco del faro abbraccia il colore verde scuro dell’isolotto roccioso che lo ospita. La cornice è il mare, anzi l’oceano blu intervallato dalle creste bianchissime create dalle onde di un mare oggi un po’ agitato.
Pensate che avremmo potuto perdere l’occasione di farci una passeggiata anche qui? Certo che no.
A piedi percorriamo i sentieri sulle scogliere ed ogni secondo ci volgiamo verso il faro, per ammirarlo una volta di più, fotografarlo da ogni angolazione e capire che mai ci potremmo stancare di panorami simili.
Ecco i pony, i pony delle Shetland lasciati liberi e selvaggi a brucare le loro erba e a godersi il vento freddo che accarezza la loro criniera. Potrebbero mai chiedere una vista migliore?
Tornando verso il parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto, ci fermiamo qualche minuto ad osservare il mare. Siamo incuriositi perché sappiamo che queste zone sono molto frequentate dalle foche, quindi speriamo di vederne qualcuna. E così è stato. Purtroppo non ho foto degne di essere pubblicate, sorry! Ma se siete appassionati sono certa che passerete qualche minuto anche voi fermi ad osservarle scomparire e riapparire come in una danza con l’oceano, la loro casa.
Eccoci di nuovo in movimento verso St. Agnes, un pittoresco paesino che spesso viene ritratto sulle copertine di molte guide. Di certo la famosissima miniera è lo scorcio che più viene fotografato da viaggiatori, turisti o semplice locali che su questi sentieri si godono una camminata.
6° GIORNO
La giornata sembra essere stupenda. Mi affaccio alla finestra e finalmente riesco a vedere l’orizzonte, una linea netta che divide mare e cielo. Il vento è molto forte oggi, e la foschia dei giorni scorsi è decisamente scomparsa.
Oggi è il momento di scoprire la Lizard Peninsula, penisola che si affaccia verso sud. Qui scopriamo una diversa Cornovaglia trovando davvero quello che ricordo dei film che guardavo con mia mamma, delle splendide ed altissime scogliere.
Il mare è davvero blu, sembra quasi dipinto.
E’ un susseguirsi di cove, piccole spiagge spesso inaccessibili ma comunque visibili dall’alto della scogliera. Camminando lungo il sentiero incontro una donna che fa birdwatching, e le chiedo se c’è qualche possibilità di vedere i puffin – noti come pulcinelle di mare – visto che, nonostante tutti i nostri viaggi nel Regno Unito, non abbiamo mai avuto la fortuna di vederli. Purtroppo mi dice di no ma non perdo le speranze, prima o poi riusciremo a vederli anche noi!
7° GIORNO
Il settimo ci dedichiamo al relax. La giornata è stupenda, il sole è caldo quindi la nostra meta è la spiaggia di St. Ives!
Dopo un po’ di sole ci spostiamo verso il centro del paesino dove ci godiamo un’ottimo pranzo nel consigliatissimo Fire House Bar and Grill e dove ancora ci godiamo lo splendido panorama della baia e della viette di questo paesino che ha rubatoo il mio cuore.
8° GIORNO
E’ giunta purtroppo l’ora di lasciare la Cornovaglia.
Prepariamo i bagagli e riprendiamo il nostro lungo viaggio verso Londra, con alcune tappe finali a Padstow, Port Isaac e Tintagel per ammirare i resti del suo famoso castello – secondo la leggenda, proprio quello di Re Artù.
Un viaggio nuovo questo mio in Cornovaglia.
Un altro pezzettino di cuore lasciato in giro per il Regno Unito.
Un viaggio diverso e dal sapore di qualcosa di nuovo che verrà. Presto lo scoprirete.
Se siete interessati ad un viaggetto in Cornovaglia, ecco allora alcune informazioni utili e pratiche.
DURATA DEL VIAGGIO: 9 giorni/8 notti
COSTO: £850 in coppia (tutto compreso: affitto auto e appartamento, benzina, parcheggi, spesa, due pranzi fuori ed acquisti vari)
LUOGHI VISITATI: St. Ives, St. Michael’s Mount, Marazion, Cape Cornwall, Penzance, Newlyn, Mousehole, Porthcurno, Minack Theatre, Land’s End, Godrevy Lighhouse, St. Agnes, Lizard Peninsula, Padstow, Port Isaac, Tintagel.
DA NON DIMENTICARE: prima di partire è necessario che mettiate in valigia alcune cose fondamentali per il vostro viaggio.
Non dimenticatevi delle mappe ben dettagliate, e non solo per spostarsi in auto ma soprattuto per camminare lungo i sentieri che è ovviamente consigliato seguire soprattutto nelle zone i cui sono presenti i resti delle miniere.
Se volete camminare non pensate di farlo con delle semplici ciabatte da spiaggia, quelle le userete quando sarete appunto solo in spiaggia. Per gli altri sentieri servono scarpe adatte, più comode e sicure, dei semplice scarponcini vanno bene.
Non pensate che troverete solo il classico tempo british. La Cornovaglia e totalmente esposta alla corrente ed è soggetta a molti più cambiamenti climatici giornalieri di quanto potete pensare. Per cui, abbiate sempre con voi una crema solare o vi ritroverete scottati senza nemmeno accorgervene – come è successo a noi!
Buon viaggio!
che bel post! anche a me ha sempre affascinato molto la Cornovaglia, e sono zone che non conosco. mi piacerebbe poterci andare in primavera .. se avessi bisogno ti disturberò per delle indicazioni un po’ più precise 😉
Certo, sono a disposizione! 🙂
ciao cercando l’itinerario da fare in cornovaglia ho letto il tuo e davvero ora sono ancora più affascinata, puoi dirmi come si chiamava il b&b dove sei stata? grazie ornella
Ciao Ornella!
Non era un BnB ma un appartamento che abbiamo affittato per una settimana, si trovava a Carbis Bay e l’avevo trovato tramite AirBnB!
grazie marta, quel sito che conosco già ne segnala un po’, ti dispiace dirmi qual era visto che ti sei trovata bene?
Purtroppo ho appena notato che quell’appartamento non è più presente tra quelli di airbnb 😦
Aspettavo questo post!..che meraviglia, letto tutto d’un fiato! ora sono ancora più curiosa e la voglia di arrivarci cresce esponenzialmente :)…tra meno di due settimane parto, ho preso nota dei tuoi consigli, grazie!!!
Grazie a te per avermi attesa e letta!
Vedrai, anche tu ti innamorerai della Cornovaglia. Io ne sono rimasta colpita, ogni angolino ha un fascino particolare!
Buon viaggio 🙂
Ho seguito i tuoi aggiornamenti durante il viaggio e non vedevo l’ora di leggere questo racconto di viaggio! Sogno la Cornovaglia da una vita, colpa anche nel mio caso dei film di Rosamunde Pilcher e delle brughiere di Cime Tempestose, tanto amate da mia mamma. Foto fantastiche!!! Prenderò spunto dal tuo itinerario per decidermi a partire 🙂
Grazie per aver letto il post!
La Cornovaglia merita davvero un bel giretto, sicuramente non ne rimarrai delusa!
Mi hai fatto venire i brividi, Marta. In ogni tuo parola ho sentito l’amore che ci lega a queste terre fantastiche. Brava!
Grazie cara, vediamoci presto e organizziamo un viaggio lì! 🙂
Questi sono i posti che adoro. ci avevo fatto un pensierino per quest’anno anche vedendo le tue foto ed in futuro un giretto ce lo faccio di sicuro. Bellissimo reportage.
Fabio
Grazie mille!
Merita, ti consiglio di andarci! 🙂
Che meraviglia la Cornovaglia, e che nostalgia!
Anch’io avevo preso come base St Ives: incantevole.
Ed un Cornish pasty me lo rimangerei proprio volentieri…
Che bontà le pasties! 🙂
Stupenda la Cornovaglia… come ben sai sono in procinto di partire! Non vedo l’ora!!
Goditela tutta! 🙂
Pingback: Cosa fare gratis in Cornovaglia | The LondonHer
Ho letto con un sacco di interesse ciò che hai scritto, stamattina mi sono svegliata con l’idea di programmare un viaggio in Cornovaglia e girovagando sul web ho trovato anche il tuo post, mi sono segnata varie cose! Sei piemontese? Di dove? Io abito a Torino! Dovessi avere bisogno posso contattarti?
Ciao Roberta!
Io sono di Biella 🙂
Certo, scrivimi pure alla mail del blog che trovi alla pagina contatti.
ciao ho letto del tuo viaggio in cornovaglia vorremo anarci anche io e la mia famiglia sono anchio di biella mi pui dare delle dritte sull’affitto
Ciao!
Noi avevamo affitato un appartamento tramite AirBnb e ci eravamo trovati molto bene.
Se provi a cercare nella zona di St. Ives ce ne sono molti!
Ma che bello!!! Mi piace un sacco e ti dirò che è una meta che ci frulla in testa da un po’!! non mi sembra neanche eccessiva la spesa… e come dici giustamente tu, avendo l’appartamento si risparmia sul cibo!!
Esatto, purtroppo ora il cambio non è favorevole per noi però la meta merita davvero!