Inizio l’anno nuovo riscoprendo i luoghi del cuore. Quelli vicino casa, che conosco da sempre e che – nonostante spesso li abbandoni per mete più lontane – sanno sempre sorprendermi.
Oggi vi racconto una parte del mio Piemonte, la Valsesia.
Esistono quei luoghi che parlano di te, della tua storia, della tua famiglia. Quelli a cui – volente o no – resterai legato per sempre dai ricordi e dalle radici.
Scopello è un piccolo paesino di circa 600 abitati che si trova in Valsesia, ai piedi del Monte Rosa, e che ha dato i natali al mio nonno paterno.
Conosco questo posto da quando sono nata, nonostante non ci trascorra mai abbastanza tempo. Ne attraverso le piccole vie senza esitazione, riconosco i profumi e i rumori della mia casa.
So esattamente il suono che fa la chiave nella toppa della porta e che le travi del soffitto in camera scricchiolano puntuali durante la notte. Ad occhi chiusi riesco a trovare l’interruttore della luce che illumina la tavernetta, là in alto e così scomodo. So dove mio papà tiene nascosta la chiave che apre la buca delle lettere e so che – suonando il campanello della zia – una qualche specialità appena cucinata sarà pronta ad aspettarmi.
Qui tutto sa ancora di passato.
Le case sono in pietra e dai camini si vede uscire il fumo, quello scuro della legna bruciata nelle stufe. I tetti invece sono fatti con le “beole“, pietre ricavate dalle montagne della zona e usate come tegole.
Gli anziani del posto non mancano mai di peregrinare da un bar all’altro in cerca del bicchiere di vino che gli rende rossi il naso e le guance.
Tutti – o almeno la maggior parte degli abitanti di queste montagne – vivono strettamente legati alle loro tradizioni, al loro passato. Quelle tradizioni che io probabilmente non riuscirò a portare avanti, ma che spero di poter raccontare un giorno ai miei figli.
La Valsesia è la valle dei walser, popolazione di origine germanica che dalla Svizzera è arrivata ad abitare le zone attorno al massiccio del Monte Rosa.
La Valsesia è la fiera del bestiame che si svolge a settembre, quando i pastori della zona scendono a valle con i loro animali, pronti a metterli in mostra e a venderli. Ma è anche la valle di chi decide di vivere in alpeggio, di portare avanti l’attività di un rifugio e quindi di passare metà dell’anno lontano dalla vita comoda.
La Valsesia è la valle delle alte vette; sono addirittura sei quelle sopra i 4000 metri.
E’ un vero e proprio tuffo nella natura. Gli sport invernali e il trekking sono le attività che maggiormente attirano i turisti, o quelli che ancora vengono chiamati “villeggianti”.
Del resto, come si può dargli torto?
Ai piedi del Monte Rosa si estendono chilometri e chilometri di sentieri fino ad alta quota, e trovano spazio impianti sciistici che non hanno nulla da invidiare alle più famose – ma di certo anche più care e “snob” – mete invernali italiane e non solo.
Purtroppo quest’anno – almeno fino ad ora – gli amanti dello sci non saranno molto felici. Di neve non se ne vede e, a giudicare dalle temperature insolite di questo inverno, dovranno sperare in un po’ di fortuna.
Ma non si finisce mai di esplorare queste montagne, e io – che qui ci vengo da ventotto anni – in questi giorni sono stata in alcuni luoghi della valle in cui mai avevo messo piede.
Rassa, a pochi chilometri da Scopello, è un paesino di 66 abitanti che ha mantenuto la sua tipica struttura di un tempo, con le case arroccate alle montagne, i tetti di beole e i balconi in legno. Siamo a circa mille metri d’altezza e ad un passo dalla Valle D’Aosta – sono “solo” le montagne a dividere le due regioni.
Passeggiando qui, mi sono chiesta perché. Perché in ventotto anni di vita non ho mai esplorato a fondo questi luoghi? In fondo sono i miei luoghi.
Mi sono ripromessa di non perdere altro tempo e di godermi il più possibile tutto ciò. Di viver di più le tradizioni, quelle antiche che i miei parenti ancora portano avanti. E mi sono ripromessa di imparare a cucinare le “miacce”, piatto tipico valsesiano – simile a delle crepes – che si cucinano con un particolarissimo strumento di ferro.
Un bellissimo articolo, un luogo magnifico e degli splendidi ricordi!
Ti capiamo bene: da anni andiamo in vacanza in Valtellina, a Bormio, e nelle Marche, a Fano, ma solo negli ultimi 2 anni ci siamo rese conto delle meraviglie che i nostri “posti del cuore” nascondono.
Buona giornata 🙂
Grazie mille,
non smettete mai di scoprirle tutte quelle cose nuove allora!
Un abbraccio
Ogni tanto è proprio bello tornare alle origini, per non dimenticare le proprie radici. E poi anche i posti che conosciamo come le nostre tasche celano spesso tesori inaspettati.
Concordo! 🙂
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E’ bello riscoprire i luoghi del cuore.
E’ bello scrivere di questi posticini su proprio blog. Sono pezzetti di vita dal valore inestimabile.
Bellissimo post e le foto sono strepitose!
Grazie mille Manu, so che mi capisci perché anche tu ami profondamente la tua regione! A breve racconterò qualche altra bella scoperta del Piemonte! 🙂
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